I Valori sono le fondamenta di una
Consulenza Indipendente
Consulenza Indipendente
Nel settore degli investimenti termini come etica, coerenza, correttezza, indipendenza, trasparenza, sono spesso usati allo scopo di richiamare la nostra attenzione sulla bontà del servizio che ci viene offerto. Si tratta certamente di valori essenziali all’interno di una relazione di tipo professionale, ma facciamo attenzione, perché molto spesso accade che i veri driver sono poi, in realtà, altri. In Investinglab i valori sono chiari, condivisi e supportati da azioni specifiche al fine di apportare valore e qualità alle nostre relazioni.
Il Risparmio Gestito
Il mercato della Consulenza patrimoniale e finanziaria riveste nel nostro paese un’importanza enorme. Parliamo di un giro d’affari imponente, che nel 2021, secondo Assogestioni, ha raggiunto i 2.583 miliardi di euro di capitale in gestione. Con il termine capitale in gestione si fa riferimento al cosiddetto “Risparmio Gestito”, cioè una modalità che prevede di delegare, più o meno ciecamente, la gestione del proprio risparmio ad un intermediario finanziario.
Gran parte dei risparmiatori adotta questo approccio, per comodità o perché così fanno tutti, ma senza chiedersi se questa sia o meno la scelta migliore da fare per raggiungere i risultati sperati. La storia ha dimostrato che esiste qualche cosa di preferibile e che prende il nome di Consulenza finanziaria indipendente. Chiariamo meglio questo aspetto.
Con “Risparmio Gestito” si fa riferimento a tutti quei prodotti di investimento a gestione attiva che vengono proposti e distribuiti ai risparmiatori presso gli sportelli bancari, i Private Banker o attraverso la ramificata rete di Promotori Finanziari (oggi rinominati Consulenti Finanziari Abilitati all’Offerta Fuori Sede), un esercito di oltre 40 mila persone a cui sommare i dipendenti di banca e gli agenti assicurativi.
Tra i prodotti comunemente venduti da questa categoria ricordiamo i Fondi comuni di investimento a gestione attiva, le Polizze vita a contenuto finanziario (Polizze miste, Unit Linked e Index Linked), le Gestioni patrimoniali, i Certificati di investimento ed altri prodotti con caratteristiche simili.
Il Conflitto di Interessi
Tutto questo annoso problema, insanabile e non risolvibile, presente nell’industria finanziaria tradizionale, prende il nome di conflitto di interessi. Il tema è sempre attuale. Per chiarire ancor meglio l’argomento, vediamo cosa si intende per conflitto di interessi.
“Il conflitto di interessi è una condizione che si verifica quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale ad un soggetto che ha interessi personali o professionali in contrasto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in gioco”.
Quando è presente il conflitto di interessi non sei perciò di fronte ad un giudizio imparziale e stai rischiando di dare fiducia a qualcuno che, a parole fa i tuoi interessi, ma che nei fatti fa i suoi. Solo eliminando la presenza di questo conflitto di interessi potrai porre il rapporto in una condizione ottimale ed equilibrata.
Nella relazione che intrattieni con la tua banca o il tuo Promotore, questo aspetto, che magari non conosci e che se conosci sottovaluti, è più che mai presente. Ci piace definire questo problemino come un “elefante nella stanza” (elephant in the room), cioè una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata.
Trasparenza
Per noi di Investinglab.it la trasparenza è uno dei pilastri fondamentali su cui basiamo la nostra operatività, presente e futura, nei confronti dei nostri clienti, attuali e futuri.
Trasparenza significa far comprendere in modo chiaro ai nostri clienti, attuali e potenziali, ogni singolo aspetto che contraddistingue la relazione. Trasparenza significa poter fornire sempre risposte chiare, senza punti oscuri o fumosi.
Etica
Significa per noi agire e lavorare per obiettivi comuni e non confliggenti. Lo stesso Giancarlo, fondatore di Investinglab.it, coerentemente con questo valore, ha scelto di dimettersi dalla Banca dopo 15 anni di onorata carriera per diventare un Consulente Indipendente.
Vogliamo restituire ai risparmiatori il pieno controllo della propria situazione finanziaria e renderli immuni agli interessi dell’industria finanziaria tradizionale, aiutandoli ad investire nel modo più semplice possibile, nel loro migliore ed unico interesse.
Coerenza
Significa per noi applicare esattamente ciò che andiamo narrando. Quello che scriviamo e raccontiamo è frutto di ricerca, studio e di esperienza diretta sul campo. Gli strumenti presenti nei nostri portafogli condivisi e gli strumenti di cui parliamo, sono gli stessi su cui noi investiamo personalmente i nostri risparmi. Le strategie di investimento che condividiamo, sono le stesse che noi applichiamo. Questo per noi significa coerenza.
Indipendenza
Indipendenza significa per noi lavorare in assenza totale di conflitto di interessi. Dove c’è conflitto di interesse non può esserci indipendenza! Siamo e saremo sempre indipendenti al 100% da banche, società di investimento e qualsiasi tipo di centro di potere economico o editoriale, dove spesso si usa questo termine in modo improprio.
In Investinglab facciamo consulenza indipendente e non riceviamo retrocessioni di alcun tipo da nessun intermediario. La nostra remunerazione avviene esclusivamente a parcella, sulla base di un regolare contratto.
Approfondimenti:
Investinglab nasce per colmare il gap informativo che esiste tra gli addetti ai lavori ed il risparmiatore medio. Consob, nella sua pubblicazione annuale, afferma che il tasso di alfabetizzazione finanziaria della popolazione in Italia si attesta al 37%.
Questo, detto in altri termini, significa che 6 persone su 10 non hanno la bencheminima padronanza dell’argomento.
Tra i componenti del team di Investinglab abbiamo Giancarlo, che ha lavorato per circa 15 anni alle dipendenze di un gruppo finanziario internazionale e proprio qui, come insider, ha potuto toccare con mano e conoscere nel profondo le dinamiche che caratterizzano ciò che qui ti stiamo raccontando.
Serve sapere ed assimilare il prima possibile che la stragrande maggioranza di coloro che gravitano nel settore, individui o istituzioni, hanno l’obiettivo di “gestire” i tuoi soldi.
Il concetto di “gestione del risparmio” è estremamente differente dal servizio di Consulenza offerto da una struttura professionale indipendente che ti affianchi, passo dopo passo, nella comprensione e nella definizione dei tuoi obiettivi e ti consenta di diventare parte attiva nel processo di investimento per il raggiungimento di risultati degni di nota nel medio lungo termine.
Se ci pensi un istante, definire Consulente finanziario colui che guadagna dalla vendita di prodotti di investimento, cozza con il termine stesso di consulenza: la consulenza è un servizio, non è una vendita.
La definizione letterale conferma nuovamente questa tesi:
“Il Consulente è la persona che consiglia, fornisce indicazioni professionali e specialistiche su un particolare tipo di ambito scientifico ad organizzazioni ed individui. Il lavoro del consulente consiste nell’osservare, semplificare, migliorare una determinata situazione di partenza, in cambio di una remunerazione concordata tra le parti coinvolte.”
Hai mai fatto trattativa di qualche tipo presso la tua banca quando parli di investimenti? In realtà speriamo di sì, ma temiamo di no.
Quel che la definizione ci consente di intuire facilmente è che il corrispettivo per il servizio di consulenza deve essere necessariamente proporzionale al tipo di servizio e dal livello di servizio ricevuto, il che significa che non deve essere collegato alla vendita di prodotti, ma bensì al servizio ricevuto.
È dietro al servizio di gestione che si cela il vero mantra dell’industria del risparmio gestito. È dalla gestione del tuo denaro che tutto il settore bancario e assicurativo prospera, NON dal grado di soddisfazione e di consapevolezza del cliente. Ed è proprio a questo problema che serve dare quanto prima soluzione.
Dare in gestione dei soldi, i tuoi soldi, prevede il prelievo costante, silenzioso e difficilmente tracciabile, di elevatissimi costi di gestione per remunerare il servizio offerto. Costi che difficilmente un risparmiatore medio sa quantificare e che in genere vengono riportati alla fine di una marea di documenti di difficile comprensione. Ed è altresì più che probabile che il venditore di turno si guarderà bene da porre il focus su questo argomento, proprio per il fatto che è da qui provengono i suoi compensi, i suoi premi di rendimento ed i suoi viaggi premio.
Questo è il vero conflitto di interessi a cui ogni investitore deve fare massima attenzione, perché quando la remunerazione del venditore è legata ai costi dei prodotti venduti, è assai probabile che sarà questo il driver usato per costruire la tua asset allocation, tutto il resto semplicemente marketing e tecniche di vendita applicate.
Sul fatto che la prestazione di un servizio debba essere remunerata è certamente fuori dubbio, ma è la modalità con cui questo avviene che merita uno sguardo più approfondito.
È normale perciò che sia l’attività di gestione dei prodotti finanziari (svolto dalle SGR), sia l’attività di intermediazione di questi prodotti finanziari (svolto da banche e SIM), debbano essere remunerate.
Non c’è da scandalizzarsi quindi se chi vende prodotti finanziari incassa delle commissioni da parte di chi gestisce questo prodotto. È una cosa normale quando si è in presenza di un modello di business basato sulla vendita e sul collocamento di prodotti finanziari.
E non c’è altresì da scandalizzarsi se una consulenza finanziaria (apparentemente gratuita), per generare commissioni e retrocessioni (il reddito del Consulente venditore), deve puntare alla vendita e al collocamento di un qualche prodotto finanziario. Il fatto è che questa NON è fare vera consulenza, ma ha più le sembianze di una trattativa di vendita. Va bene anche così, importante almeno esserne consapevoli…
Il vero scandalo, di cui si parla molto in questi anni e su cui la Commissione Europea ha acceso i riflettori, è la scarsità di trasparenza su come questi costi vengono addebitati al cliente finale.
L’addebito avviene silenziosamente, sottratto direttamente dal controvalore investito e senza che ci sia traccia evidente dell’uscita di denaro direttamente dal conto corrente del cliente, come ad esempio un bonifico o un assegno o una apposita scrittura contabile.
La remunerazione del servizio attraverso modalità tracciabili è per definizione un elemento caratterizzante la consulenza stessa. Un esempio pratico lo abbiamo quando ci rivolgiamo ad un nutrizionista, ad un personal trainer o ad un avvocato. Il perché ciò NON avviene anche nella consulenza finanziaria tradizionale (o settore del risparmio gestito) pare ormai piuttosto evidente.
La normativa Mifid prevede che gli intermediari devono rendicontare in modo puntuale, chiaro e comprensibile quale sia il costo collegato all’investimento sia in valore assoluto che in percentuale sul capitale investito.
Nella realtà, l’86% degli intermediari ha ricevuto rilievi dalla Commissione Europea per mancanza di trasparenza e per non avere rispettato le previsioni normative. Il documento previsto si chiama “Rendiconto dei costi e delle commissioni” e viene annualmente inviato per posta ordinaria o mischiato all’interno dell’home banking, in mezzo a dozzine di pagine di rendicontazione.
Pensi che i clienti (come te) possano davvero individuare e leggere questo tipo di informazioni, comprenderne il contenuto e soprattutto la reale portata che questo ha sui propri risparmi?
La risposta è negativa e lo dice il “Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane” secondo cui:
- Il 66% dei risparmiatori sotto consulenza non sa come viene remunerato il consulente o pensa che il servizio sia gratuito.
- Il 69% dei risparmiatori investe da solo o tramite consigli di amici e parenti.
Poniamo di riuscire a trovare il “Rendiconto dei costi e delle commissioni” e leggere che il costo medio annuo del nostro portafoglio allocato in risparmio gestito si attesta al 2,90% (dato in linea con la media italiana). Essendo una media, ci sarà certamente chi spende di meno, ma anche di più. Vediamo talvolta gestioni superare il 4% di costo annuo…
Hai conoscenza di questo dato relativo alla tua posizione titoli? Se la risposta è negativa, ti invito a recuperarlo alla svelta e trarre le tue prime conclusioni.
Poniamo che tu abbia 300.000 euro di risparmi destinati ad investimento. Con un costo annuo del 2,90%, significa pagare 8.700 euro di commissioni, ogni anno. Che cosa faresti in questa situazione? Saresti disposto a bonificare alla tua banca una somma simile con bonifico, ogni anno, indipendentemente dal risultato conseguito dalla gestione? Spero di no, anche perché puoi fare molto di meglio per curare i tuoi sudati risparmi.
Una situazione simile si traduce in 87.000 euro di commissioni in 10 anni e puoi dire addio all’interesse composto e di conseguenza a performance degne di essere chiamate tali.
John Bogle, uno dei più famosi investitori della nostra epoca, sostiene che investire è un’abitudine virtuosa che è meglio coltivare il prima possibile al fine di poter ottenere il massimo beneficio dai rendimenti composti.
Tieni presente che anche i costi pagati dagli investitori sono soggetti alla regola dell’interesse composto. Utilizzare il risparmio derivante dall’utilizzo di strumenti efficienti (ad esempio con degli ETF a gestione passiva) si tradurrà, anno dopo anno, in somme molto rilevanti che rimangono (da subito!) nelle tue tasche e che potrai decidere di reinvestire o utilizzare in modo diverso.
Un livello di prezzo sensato ed equilibrato per il servizio di consulenza finanziaria è compreso tra 0,4 e 1 punto percentuale.
Jhon Bogle è un Guru della nostra epoca, fondatore di Vanguard (secondo gestore più grande al mondo), selezionato nel ‘99 come uno dei quattro “Giganti degli Investimenti del Ventesimo secolo” insieme a Warren Buffett, George Soros e Peter Lynch, inventore della finanza “low cost” e persona che più di tutti ha contribuito alla democratizzazione dei fondi comuni a gestione passiva.
Ecco le sue 7 regole, universalmente condivise, per ottenere il meglio dal tuo percorso di investimento:
- Invest you must. Investire è necessario. Proprio così, occorre investire, ma senza privarsi di un adeguato tenore di vita. Aumentate progressivamente nel tempo l’investimento, ma fatelo.
- Time is your friend. Il tempo è tuo amico. Incomincia ad investire fin da giovane. La finanza è prima di tutto pazienza ed anche i momenti difficili sono solo rumore di fondo nel lungo periodo.
- Impulse is your enemy. L’impulsività è tua nemica. Elimina l’emotività dalla pianificazione dei tuoi investimenti. Mantieni aspettative realistiche e non farti influenzare dal rumore di fondo.
- Basic arithmetic works. La matematica di base funziona. Il rendimento netto è semplicemente il rendimento lordo al quale vanno sottratti i relativi costi. La capitalizzazione composta è semplice ed efficace e lavorerà in modo esponenziale nella parte terminale della fase di accumulo. Fai sempre estrema attenzione ai costi.
- Stick to simplicity. Semplicità prima di tutto. L’investimento di base è semplice. Lasciate da parte prodotti opachi, strategie miracolose, complicate strutture di investimento. Semplicità e buon senso ed avrete fatto già un bel pezzo di strada in avanti.
- Never forget reversion to the mean. Non dimenticare il ritorno alla media. Il principio del ritorno verso la media è ciò che, abbinato al tempo e alla capitalizzazione composta, riporta la barca in equilibrio aggiungendo un potente motore in grado di spingere gli investimenti.
- Stay the course. Mantieni la rotta. Sii coerente con il tuo programma di investimento e con la tua pianificazione finanziaria. Non farti distrarre dal rumore esterno, fissa bene in mente l’obiettivo finale. Hai in mano un transatlantico, perché rischiare manovre pericolose?
I fatti descritti erano per Giancarlo evidentemente già familiari durante il suo percorso di carriera presso una banca internazionale. Al principio, da giovane appassionato, pensava di poter gestire queste dinamiche, ma evidentemente si sbagliava.
Cosa fare quindi, una volta compreso di non essere più a proprio agio in questo tipo di meccanismo e non avendo alcuna intenzione di modificare proprio modo di vedere le cose, i propri valori e le proprie credenze per allinearsi a questo sistema?
La soluzione era chiara, seppure non proprio semplice, e fu quella di abbandonare e cambiare percorso per creare qualcosa di migliore, qualcosa che potesse apportare del valore reale alla relazione con i propri interlocutori.
Fu questa la leva che spinse Giancarlo a lasciare il posto fisso e perseguire la creazione di qualcosa di più affine a lui, dove gli interessi delle parti coincidono, dove sia possibile poter offrire un supporto professionale, etico e di lungo periodo su temi delicati come il risparmio e la pianificazione dei propri obiettivi.
La soluzione è stata diventare indipendente e dare vita al progetto Investinglab.
Investinglab significa Educazione finanziaria, Finanza personale e Consulenza di tipo indipendente, al 100% indipendente da banche, società finanziarie e di investimento.
Investire per obiettivi è un processo e come tale va gestito. Noi insegnamo a farlo attraverso differenti livelli di servizio, che presto saranno disponibili nella sezione servizi del sito.
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